Sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicine i risultati di uno studio clinico internazionale di fase 3, che ha coinvolto l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

Un nuovo trattamento migliora la sopravvivenza di pazienti con Leucemia Mieloide Acuta (LMA), soprattutto per le persone anziane, più colpite dalla malattia.
 
La notizia arriva da uno studio clinico internazionale appena pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine, a cui ha contribuito, come unico autore italiano, il Professor Roberto Lemoli, Direttore della Clinica Ematologica del Policlinico.
 
I risultati dimostrano che la somministrazione del nuovo farmaco chemioterapico Venetoclax, in combinazione con Azacitidina, è in grado di migliorare significativamente il numero di remissioni complete (assenza di malattia al termine del trattamento) e la sopravvivenza dei pazienti che non possono, per età o condizioni cliniche, sottoporsi al trapianto di cellule staminali.
 
Sono oltre 2.000 le persone che ogni anno in Italia ricevono una diagnosi di Leucemia Mieloide Acuta, malattia che si sviluppa nel midollo osseo con una progressione estremamente rapida. 
 
Colpisce prevalentemente le persone più anziane, sopra i 65 anni, spesso con condizioni cliniche che non permettono il trapianto di cellule staminali a seguito di cicli di chemioterapia, trattamento standard per la LMA. Questi pazienti hanno avuto solo minimi benefici dai progressi terapeutici degli ultimi 30 anni e la loro prognosi è sempre stata molto sfavorevole.
 
I dati del trial clinico, su 431 persone con LMA tra i 49 e i 91 anni, portano invece una nuova speranza. I pazienti, seguiti per oltre 2 anni, in trattamento con mix di Azacitidina e Venetoclax hanno dimostrato un miglioramento delle remissioni ed una maggior sopravvivenza rispetto al gruppo di controllo, trattato con Azacitidina e placebo.
 
<<Alla luce di questi risultati - afferma Roberto Lemoli, Direttore della Clinica Ematologica dell'Ospedale Policlinico San Martino - è prevedibile che l’associazione di chemioterapici comprendente il Venetoclax possa rappresentare il nuovo standard di trattamento per pazienti leucemici inadatti a ricevere trattamento chemioterapico o trapianto di cellule staminali. Il Policlinico San Martino ha contribuito in maniera significativa alla conduzione dello studio attraverso il coinvolgimento di un numero elevato di pazienti. Un’ulteriore conferma che il nostro Ospedale è all’avanguardia nella ricerca scientifica>>.