C’è anche ‘Mnesys’, coordinato da Università di Genova con Policlinico San Martino, tra i 14 progetti che hanno superato la seconda fase del bando per la creazione di partenariati di ricerca finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo del partenariato nazionale è disegnare trattamenti "su misura" per le malattie neurologiche e psichiatriche e sarà realizzato da una rete diffusa sul territorio nazionale di Università, Enti Pubblici di Ricerca, ed altri soggetti pubblici e privati, organizzati in una struttura consortile. Tale struttura è stata appena costituita in forma di società cooperativa a responsabilità limitata (SCARL) dai 25 partecipanti, con lo scopo di gestire e coordinare il progetto finanziato complessivamente per 114 milioni di euro.

Università di Genova e IRCCS Ospedale Policlinico San Martino in prima linea nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): insieme collaboreranno per il progetto nazionale sulle Neuroscienze e neurofarmacologia 'Mnesys' che coinvolge altri 11 Atenei pubblici e 12 partner tra enti di ricerca, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e 3 aziende. Si tratta di uno dei 14 progetti che hanno superato la seconda fase del bando per la creazione di partenariati di ricerca, con lo scopo di studiare quali siano i meccanismi di innesco delle principali malattie neurologiche e psichiatriche e, attraverso l’uso di algoritmi, predirne l’insorgenza per garantire strategie terapeutiche modellate sui pazienti. Con il coinvolgimento di tutti gli enti partecipanti, si è appena costituita la Società Consortile a Responsabilità Limitata (SCARL) che ha il compito di gestire e coordinare il progetto finanziato con 114 milioni di euro dall’Unione Europea.
 
IL PROGETTO MNESYS
Il progetto 'Mnesys' ha l’obiettivo a medio e lungo termine di disegnare trattamenti "su misura" per le malattie neurologiche e psichiatriche basati sulla genetica, sul profilo biologico del paziente e sui dati ottenuti dal contesto sociale e dall’ambiente in cui vive. Le azioni previste sono: 1) lo sviluppo di biomarcatori per identificare i pazienti nella fase preclinica o precoce di malattia, consentendo di impostare strategie individualizzate e preventive per migliorare la prognosi e la qualità di vita del paziente; 2) l'identificazione di nuovi bersagli cellulari e molecolari per lo sviluppo di approcci farmacologici innovativi; 3) la creazione di modelli digitali di malattia grazie a dati anagrafici, clinici, di laboratorio, diagnostici ottenuti mediante algoritmi matematici di intelligenza artificiale.
 
Il finanziamento totale di 1.610.000.000 €, che arriva dall’Unione Europea grazie al Fondo per la Ripresa, o Next Generation EU, permetterà di realizzare un massimo di 14 partenariati estesi sul territorio nazionale riguardanti altrettante tematiche. Tutti i partenariati sono fortemente improntati al rafforzamento dell’inclusione tra pubblico e privato, allo scopo di rendere più agevole e rapido il passaggio dalla ricerca di base all’utilizzo dei suoi risultati.
 
Le risorse potranno essere investite per supportare dottorati di ricerca, attività di ricerca fondamentale e applicata, progetti finalizzati alla creazione di spin off e di start up, attività di ricerca e formazione in sinergia tra Atenei e imprese per ridurre l’attuale disallineamento tra le competenze richieste dal mondo del lavoro e la preparazione universitaria.
 
La rete di collaborazione consentirà di lavorare su argomenti chiave per la comprensione delle funzioni del sistema nervoso, in salute o in condizioni di malattia.
 
<<L’esigenza deriva dal fatto che - osserva Antonio Uccelli, Direttore Scientifico del Policlinico San Martino, professore di Neurologia all’Università di Genova e coordinatore dello studio - nonostante i recenti progressi, al momento non abbiamo una chiara comprensione dei processi chiave alla base delle funzioni del sistema nervoso. Inoltre le misure cliniche e strumentali attualmente disponibili sono in grado di cogliere solo parzialmente i meccanismi fisiopatologici alla base del funzionamento del sistema nervoso cosa che comporta una notevole difficoltà nella cura dei soggetti con disturbi nervosi>>.
 
L’obiettivo del progetto sulle Neuroscienze e neurofarmacologia è arrivare ad un approccio di indagine del singolo individuo fino a quello dell’intera popolazione, utilizzando tecniche innovative che permettano di studiare il sistema nervoso come network, di sviluppare nuove strategie farmacologiche e tecnologiche e di creare dei modelli digitali che siano la fedele riproduzione virtuale dell’individuo su cui disegnare e sviluppare in modo preciso strategie di prevenzione e di cura delle malattie neurologiche e psichiatriche.
 
L’approccio sarà multidisciplinare per rispondere a quella che Sergio Martinoia, ordinario di Bioingegneria elettronica e informatica dell’Università di Genova e vice-coordinatore del parteneriato, definisce "esigenza insoddisfatta". Ad oggi, infatti, spiega il docente, "nella ricerca biomedica in generale e nelle neuroscienze in particolare non c’è integrazione tra approcci di ricerca con differenti focus sperimentali. La ricerca di base in queste aree tende a concentrarsi su categorie di malattie basate sulla causa principale del processo patologico come, ad esempio, la neurodegenerazione nelle malattie tipo Alzheimer e Parkinson".
 
<<Riteniamo che - prosegue Uccelli - meccanismi fisiopatologici comuni stiano alla base di malattie complesse ed eterogenee del sistema nervoso che determinano quadri clinici diversi a causa di altri fattori intrinseci, per esempio legati al neurosviluppo, ad aspetti genetici ed a fattori estrinseci, ambientali e sociali, nonché alla concomitanza con altre malattie incluso l’invecchiamento. Questo approccio innovativo e multidisciplinare, grazie al contributo di centinaia di neuroscienziati italiani coinvolti nel partenariato potrà davvero permetterci di raggiungere l’obiettivo di una medicina predittiva, preventiva e personalizzata nell’ambito delle malattie neurologiche e psichiatriche>>.