Mettere insieme le caratteristiche genetiche, immunitarie, microbiologiche con dati clinici derivanti dal follow-up dei pazienti per trovare nuovi indicatori predittivi e approcci terapeutici contro il carcinoma del colon-retto. L'ha fatto uno studio internazionale guidato da Sidra Medicine (Qatar) al quale hanno partecipato Gabriele Zoppoli e Alberto Ballestrero dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino. I risultati hanno valso la pubblicazione sulla prestigiosa rivista "Nature Medicine". A partire dai dati raccolti i ricercatori hanno messo a punto un indicatore, 'mICRoScore', che identifica un gruppo di pazienti con un decorso clinico particolarmente favorevole. Due fattori chiave compongono l'indicatore: la risposta immunitaria interna al tumore e la composizione della flora intestinale. Sembrano infatti esserci dei batteri, primo tra tutti Ruminococcus bromii, associati ad un miglior decorso clinico. Questa scoperta apre alla prospettiva di terapie adiuvanti anti-cancro che agiscono sul microbioma per aumentare le chances di successo del trattamento terapeutico.

Partendo da una casistica di più di 300 pazienti i ricercatori hanno svolto un'analisi che paragona il tessuto sano e quello tumorale su diversi parametri e associa i risultati a dati clinici e patologici raccolti nel corso del tempo. Il database creato supera per completezza quello considerato preminente quando si tratta di analizzare le caratteristiche genetiche e cellulari dei tessuti tumorali, il TCGA, ed è pubblicamente disponibile, quindi è utilizzabile da altri ricercatori per nuove scoperte sulla neoplasia.

Il team del San Martino ha contribuito allo studio tramite l'analisi dei dati e l’interpretazione dei risultati, nelle persone di Gabriele Zoppoli, professore associato di Medicina Interna e dirigente medico nell'Unità Operativa Clinica di Medicina Interna ad Indirizzo Oncologico e del primario Alberto Ballestrero, direttore della stessa unità operativa e professore ordinario di Medicina Interna all'Università degli Studi di Genova, che ha messo al servizio della ricerca la sua esperienza trentennale sul carcinoma del colon-retto.