In occasione del mese di luglio, dedicato alla consapevolezza sui sarcomi, abbiamo chiesto a Danila Comandini, oncologa e coordinatrice del Disease Management Team (DMT) Sarcomi di rispondere ad alcune domande.
Cosa sono i sarcomi?
I sarcomi sono tumori che si sviluppano nei tessuti connettivi, come ad esempio tessuto adiposo (grasso), osso, cartilagine e tendini, nei muscoli, nei vasi sanguigni, nei nervi e nella parte profonda della pelle. Esistono circa 100 tipi di sarcomi, ciascuno con caratteristiche biologiche e cliniche diverse.
Le sedi più frequentemente colpite sono gli arti e il tronco, ma possono insorgere in qualsiasi parte del corpo, tra cui addome, capo, visceri come il cuore, il fegato, i reni, l’utero, lo stomaco, l’esofago e l’intestino.
Quali sono i campanelli di allarme?
Nel contesto dei sarcomi degli arti e del tronco, il sospetto diagnostico deve sorgere di fronte a qualsiasi tumefazione superficiale con diametro superiore a 5 cm o di fronte ad una massa profonda, indipendentemente dalle dimensioni, caratterizzata da una crescita più o meno rapida. Inoltre, è importante prestare attenzione a qualsiasi ematoma profondo che non si riassorbe o a sintomi come dolore osseo che peggiora rapidamente e compromette la funzionalità.
Per i sarcomi viscerali, invece, i sintomi sono molto aspecifici e possono variare a seconda della sede di insorgenza. I segnali di avvertimento includono aumento di volume dell’addome, nausea, vomito, dolori addominali, perdita di peso, sanguinamento.
Ci sono trattamenti disponibili?
Una diagnosi precoce aumenta le probabilità di successo dei trattamenti, tuttavia, a causa dei sintomi non specifici, spesso i sarcomi vengono diagnosticati tardivamente: le tumefazioni possono essere erroneamente considerate lipomi o altri tumori benigni e, come tali, non indagate ulteriormente, mentre il dolore osseo agli arti può essere scambiato per sciatalgia o artrosi.
La scelta del trattamento dipende dalla sede, dallo stadio della malattia e dal tipo istologico di sarcoma. Quando è localizzato, il tumore può essere rimosso con la chirurgia, eventualmente integrata da chemioterapia e radioterapia pre- o post-operatoria.
Se la diagnosi arriva già in presenza di metastasi, cioè di diffusione della malattia anche ad altri organi, il trattamento standard è la chemioterapia, ma radioterapia e chirurgia possono avere un ruolo in situazioni specifiche.
Dopo la cura può verificarsi una recidiva?
I sarcomi possono ripresentarsi nella stessa sede iniziale (recidiva locale) o in altre sedi del corpo (metastasi). Per questo motivo è fondamentale che, anche dopo un trattamento radicale del tumore, ogni paziente venga monitorato con esami clinici ed indagini strumentali periodiche.
Cosa sta facendo la ricerca del San Martino?
All’interno del Policlinico è attivo il “Gruppo Multidisciplinare Sarcomi”, composto da diversi tipi di specialisti: dal chirurgo all’oncologo medico, al radioterapista, al patologo, al radiologo e ad altri professionisti coinvolti a seconda del tipo di sarcoma. La presenza di un gruppo di lavoro “dedicato” permette di proporre al paziente il percorso di diagnosi e cura più appropriato.
Gli oncologi, i chirurghi e i radioterapisti del gruppo mutidisciplinare sono anche membri dell’Italian Sarcoma Group e, in quanto tali, partecipano a progetti di ricerca e di trattamento condivisi a livello nazionale. Attualmente, presso il nostro Policlinico, è in corso uno studio "no profit" con immunoterapia per i Sarcomi dei Tessuti Molli (STM) avanzati che non rispondono ai trattamenti chemioterapici.
Da circa due anni, la Genetica Oncologica dell’Ospedale Policlinico San Martino, parte integrante del gruppo multidisciplinare Sarcomi, sfrutta la tecnologia di Next Generation Sequencing (NGS), un pannello genetico che evidenzia alterazioni in più di 60 geni. In particolare, l’NGS è uno strumento diagnostico in più che non tutti i centri hanno a disposizione e che può aiutare nella diagnosi differenziale tra diversi istotipi di sarcoma.
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