Nato nel 2017 da una collaborazione tra l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e il Comitato I Malati Invisibili, il Centro Clinico Malati Orfani di Diagnosi di Genova è un centro di riferimento in Liguria e a livello nazionale per i pazienti con una malattia rara non ancora diagnosticata. Qui i malati, che sperimentano anni di incertezza e di nomadismo diagnostico, trovano un punto di riferimento per avere una diagnosi più precisa e terapie più accurate grazie a un'équipe multidisciplinare dedicata. Il Centro, potenziato grazie ad un progetto sostenuto dalla Fondazione CARIGE, ha visto la presa in carico di oltre 110 pazienti dalla sua nascita e contribuisce alla ricerca a livello internazionale sulle malattie rare e allo sviluppo di percorsi clinici innovativi.
Le emozioni suscitate dall’ascolto di un brano musicale possono influenzare il modo in cui impariamo a muoverci. A rivelarlo è uno studio condotto dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, in collaborazione con l’Università di Genova, che ha analizzato l’impatto della musica sulla memorizzazione di specifiche sequenze di movimenti e sulla fluidità e la coordinazione nel riprodurli. I risultati suggeriscono che la musica potrebbe essere utilizzata strategicamente per migliorare i trattamenti neuroriabilitativi
All’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino il primato del primo paziente arruolato in Italia, il secondo in Europa, per lo studio clinico di fase 3 MAGNITUDE, che testa l’efficacia di un’unica dose per endovena di NTLA-2001 nell’Amiloidosi Cardiaca da Transtiretina. La patologia, causata da un’anomala produzione da parte delle cellule del fegato della proteina Transtiretina, potrebbe essere potenzialmente curata dal farmaco sperimentale, che agirebbe direttamente sul DNA delle cellule epatiche per bloccare la sintesi della proteina.
Identificate le spie che migliorano la previsione del rischio cardiovascolare in pazienti oncologici
Uno studio internazionale condotto dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, dall’Università di Genova, dall’Università di Zurigo e dalle Università austriache di Vienna e Graz ha individuato biomarcatori che aumentano del 7 % la sensibilità di previsione del rischio cardiovascolare nelle persone che hanno ricevuto una diagnosi di neoplasia, rispetto all’analisi standard che utilizza parametri tradizionali, tra cui età, sesso, fumo, malattie cardiovascolari preesistenti. I risultati, pubblicati di recente sulla rivista Journal of Thrombosis and Haemostasis, gettano le basi per l’adozione di strategie di prevenzione cardiovascolare mirate per le specificità oncologiche di ciascun paziente
In occasione del mese di ottobre, dedicato alla sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno, abbiamo chiesto a Maria Grazia Razeti, oncologa e ricercatrice presso la Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, di rispondere ad alcune domande.
- Dal sacco amniotico una possibile terapia contro lo scompenso cardiaco, al via il progetto AmnioSMART
- Dalle lucciole al cervello: ideato un nuovo circuito luminoso che spegne i neuroni “epilettici”
- Conoscere per combattere il sarcoma: l’intervista alla dott.ssa Danila Comandini
- Una App per la prevenzione delle infezioni post-operatorie: parte il progetto PRISCA