Identificate le spie che migliorano la previsione del rischio cardiovascolare in pazienti oncologici
Uno studio internazionale condotto dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, dall’Università di Genova, dall’Università di Zurigo e dalle Università austriache di Vienna e Graz ha individuato biomarcatori che aumentano del 7 % la sensibilità di previsione del rischio cardiovascolare nelle persone che hanno ricevuto una diagnosi di neoplasia, rispetto all’analisi standard che utilizza parametri tradizionali, tra cui età, sesso, fumo, malattie cardiovascolari preesistenti. I risultati, pubblicati di recente sulla rivista Journal of Thrombosis and Haemostasis, gettano le basi per l’adozione di strategie di prevenzione cardiovascolare mirate per le specificità oncologiche di ciascun paziente
In occasione del mese di ottobre, dedicato alla sensibilizzazione sulla prevenzione del tumore al seno, abbiamo chiesto a Maria Grazia Razeti, oncologa e ricercatrice presso la Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, di rispondere ad alcune domande.
Il progetto AmnioSMART, guidato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e sostenuto da un finanziamento di quasi 1,2 milioni di euro dall’Unione Europea tramite la European Research Area for Health (ERA4Health) Partnership, ha un obiettivo ambizioso per contrastare lo sviluppo di insufficienza cardiaca: individuare la combinazione terapeutica ottimale di molecole cardio-protettive rilasciate dalle cellule stromali mesenchimali, isolate da campioni di membrana e liquido amniotico di «scarto clinico», ottenuti a termine gestazione o dopo diagnosi prenatale. Il mix di fattori verrà studiato in combinazione con biomateriali al fine di ottenere la formulazione per una futura somministrazione terapeutica che risulti mirata, efficace e compatibile con le esigenze del paziente.
Uno studio targato Istituto Italiano di Tecnologia, IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Università di Genova ha sviluppato un approccio innovativo che sfrutta il fenomeno della bioluminescenza delle lucciole per prevenire l’iperattività neuronale, caratteristica delle crisi epilettiche. I risultati della ricerca, pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Communications, aprono la strada a nuove strategie terapeutiche contro l’epilessia e traslabili anche ad altre patologie neurologiche, tra cui le lesioni cerebrali dovute a ischemie o traumi
In occasione del mese di luglio, dedicato alla consapevolezza sui sarcomi, abbiamo chiesto a Danila Comandini, oncologa e coordinatrice del Disease Management Team (DMT) Sarcomi di rispondere ad alcune domande.
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