I risultati di due studi nazionali, coordinati dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, hanno permesso di generare due algoritmi in grado di prevedere con maggiore accuratezza l’andamento della malattia e poter pianificare la migliore strategia terapeutica da proporre ai pazienti con tumori renali o uroteliali metastatici.

Negli ultimi anni la ricerca ha apportato significativi miglioramenti nel trattamento dei carcinomi renali e uroteliali in fase metastatica, grazie alla registrazione di nuovi farmaci immunoterapici. Nonostante i rapidi progressi e gli ottimi risultati raggiunti, purtroppo, non tutti i pazienti beneficiano del trattamento e la ricerca oncologica si sta concentrando nell’individuare quali fattori possano predire la sensibilità al trattamento.
 
Il Dott. Giuseppe Fornarini e la Dott.ssa Sara Elena Rebuzzi, dell’Oncologia Medica 1 del Policlinico San Martino, hanno coordinato due studi su scala nazionale al fine di identificare parametri che possano aiutare a prevedere l’andamento clinico dei tumori genitourinari
 
Il primo studio, il Meet-URO 15, ha coinvolto 34 centri italiani, tutti appartenenti al gruppo Meet-URO, che hanno analizzato caratteristiche cliniche e parametri dell’emocromo completo, esame del sangue a basso costo, facilmente fruibile nella pratica clinica e non invasivo, di 571 persone affette da carcinoma renale metastatico trattate con immunoterapia.
 
La combinazione dei fattori analizzati ha permesso di creare un algoritmo, il Meet-URO score, che, rispetto agli score già in uso nella pratica clinica, consente di avere una prognosi più accurata: sulla base della previsione di sopravvivenza, le persone vengono suddivise in 5 gruppi, e non più nei 3 previsti dalla classificazione standard. 
 
Il secondo studio, in collaborazione con Roche, ha analizzato le caratteristiche cliniche, i parametri dell’emocromo e l’espressione di un marcatore tumorale, il PDL1, di 267 pazienti con tumore uroteliale metastatico in trattamento con immunoterapico, già sottoposti a precedente chemioterapia.
 
Come nello studio precedente, la combinazione di tutti i fattori esaminati ha permesso di predire la prognosi dei pazienti, suddividendoli in 3 gruppi con notevoli differenze in termini di sopravvivenza.
 
Attualmente sono in corso analisi su un maggior numero di pazienti per rafforzare i risultati ottenuti ed è da poco partito uno studio sul carcinoma renale che cercherà di confermare, con analisi molecolari su marcatori tumorali, quanto già evidenziato.
 
I due algoritmi creati permettono di predire l’aspettativa di vita dei pazienti con tumore metastatico di origine renale o uroteliale trattati con immunoterapia e, in futuro, potranno diventare un utile strumento al servizio degli oncologi, consentendo loro di selezionare la migliore scelta terapeutica per il paziente.