Progetto 5 - Referente Gianluca Serafini: "Miglioriamo la qualità della vita con la diagnosi precoce dei disturbi neuropsichiatrici"
Titolo del Progetto: Il disturbo cognitivo-comportamentale: via finale comune di patologie eterogenee da disfunzione sinaptica.
Malattia: Disturbi Cognitivi Comportamentali (DCC), ad esempio: Depressione Resistente, Encefalite Autoimmune, Demenze Fronto-temporali.
Risultati attesi: lo studio intende aumentare le possibilità di diagnosi precoce dei disturbi cognitivi comportamentali. In questo modo le persone affette da queste patologie potranno beneficiare di trattamenti più appropriati fin dall’inizio del percorso terapeutico, per una migliore qualità di vita.
Obiettivi: identificare le caratteristiche dei disturbi cognitivi comportamentali che consentano la diagnosi tempestiva della natura e delle cause dei disturbi.
Responsabile: Prof. Gianluca Serafini.
Durata: due anni.
Metodi: la ricerca coinvolgerà i pazienti con disturbi cognitivi comportamentali non ancora evidenti, in cura presso la Clinica Neurologica e Clinica Psichiatrica del Policlinico San Martino. Dopo la procedura diagnostica convenzionale, i pazienti con sospetto di demenze fronto-temporali, oppure affetti da depressione resistente, o da encefalite autoimmune, saranno sottoposti a test particolari a seconda della patologia, che saranno ripetuti per tutto il primo anno di cura.
Descrizione: le persone che presentano diversi disturbi comportamentali (inadeguatezza, aggressività verbale, depressione, apatia, anedonia) spesso manifestano anche disturbi cognitivi (deficit di attenzione, di programmazione e problem solving). Questa particolare condizione è definita come disturbo cognitivo-comportamentale. Pazienti con disturbi cognitivi comportamentali possono essere seguiti sia in ambito neurologico che psichiatrico e costituiscono una sfida sul piano diagnostico. Le ipotesi di diagnosi infatti non sempre sono confermate da esami strumentali, e talvolta possono rimanere aperte numerose ipotesi sulla natura del disturbo. Soprattutto nelle persone anziane, già a partire dagli over 60, il disturbo cognitivo comportamentale necessita di una diagnosi tempestiva che distingua fra le malattie dello spettro della demenza fronto-temporale, piuttosto che eventuali malattie psichiatriche (sindrome depressione/apatia).
Queste malattie possono essere potenzialmente reversibili se riconosciute e trattate in tempo. Per questo motivo lo studio è particolarmente promettente in termini di future ricadute positive sulla qualità della vita non solo dei pazienti ma anche delle persone a loro vicine.
La ricerca è condotta dalla Unità Operativa Clinica Psichiatrica, diretta dal Prof. Mario Amore.
Al progetto collaborano altre unità del San Martino e dell’Università di Genova: Clinica Neurologica; Dipartimento di Medicina Sperimentale (Fisiologia); Università di Genova; Medicina Nucleare; Centro di Neuroscienze e Tecnologie Sinaptiche; partecipa inoltre l’Istituto Italiano di Tecnologia.