È stato avviato a giugno un ambizioso progetto europeo che unisce 18 centri di ricerca, tra cui i più importanti centri che si occupano di fertilità, nello sforzo comune di raccogliere dati e dare risposte a chi, ricevuta una diagnosi di cancro tra i 15 e i 39 anni, si è sottoposto a cure oncologiche che influenzano la sfera riproduttiva. L’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, con l’Unità di Fisiopatologia della Riproduzione Umana, porta la sua esperienza nel follow-up dei pazienti oncologici come centro regionale di riferimento per l’oncofertilità.

 

Una donna incinta è sottoposta ad ecografia ed insieme a compagno e figlio osserva l'immagine del nascituro sullo schermo.

Ad oggi la gran parte delle terapie disponibili contro il cancro ha potenzialmente effetti tossici su ovaie e testicoli. Ciò implica conseguenze sulla salute riproduttiva, quindi anche sulla fertilità e sulla gravidanza, temi particolarmente rilevanti quando ad essere trattati sono giovani pazienti.

Il progetto europeo quinquennale PredictAYA nasce dall’esigenza di comprendere, predire e prevenire questi effetti a lungo termine nei giovani che hanno affrontato un tumore. Finanziato nell’ambito del prestigioso bando Horizon Mission Cancer con un contributo di 6 milioni di euro, mette insieme 18 centri di ricerca da 10 paesi per raccogliere informazioni riguardanti la salute riproduttiva di chi ha ricevuto una diagnosi di cancro come giovane adulto, dai 15 ai 39 anni. Il focus è sulla fertilità, sia nel genere maschile che femminile, ma sono incluse anche tematiche correlate, quali esiti delle gravidanze e salute sessuale.

 “Lo scopo è analizzare una grande quantità di dati, proveniente da tutti questi centri, per avere informazioni significative anche su pazienti affetti da tumori e complicanze rare.” spiega la capofila per il San Martino Claudia Massarotti, ginecologa e ricercatrice presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica. Prosegue: “Il progetto prevede la comprensione dei fattori genetici alla base della variabilità individuale che si osserva per quanto riguarda gli effetti sul sistema riproduttivo delle terapie anti-cancro. Ciò verrà fatto tramite lo studio del DNA dei pazienti, nell’ottica di fornire raccomandazioni personalizzate in base al livello di rischio individuale.”

Dichiarazione della ricercatrice Claudia Massarotti:

 

Il ruolo del San Martino ha a che fare con la sua storia: il suo Centro di Fisiopatologia della Riproduzione Umana è stato tra i primi in Italia, nel 2009, a offrire la possibilità della crioconservazione di ovociti alle pazienti oncologiche, grazie al lavoro congiunto della dott.ssa Paola Anserini, responsabile dell’Unità di Fisiopatologia della Riproduzione Umana, e della prof.ssa Lucia Del Mastro, a capo della Clinica di Oncologia Medica. Il centro è inoltre banca del seme e funge da punto di riferimento per la regione Liguria sulle problematiche di oncofertilità.

Nell’ambito del progetto PredictAYA contribuisce alla raccolta dei dati per comprendere l’effetto dei trattamenti contro il cancro sia nell’uomo che nella donna, ma in particolare si concentra nel follow-up ginecologico a lungo termine, con un’attenzione specifica su gravidanze e salute sessuale.

Conclude Massarotti:Attraverso la medicina di precisione sarà possibile mettere a punto linee guida cliniche volte a ridurre le complicazioni a lungo termine, inclusa l’infertilità, e quindi migliorare la qualità di vita di chi ha ricevuto una diagnosi di cancro.”

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