Lo ha rivelato uno studio retrospettivo multicentrico italiano, pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurology e coordinato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dal Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili (DINOGMI) dell’Università di Genova.
La Sclerosi Multipla (SM) è una malattia cronica, neurodegenerativa, dal decorso imprevedibile che riguarda oltre 120 mila persone in Italia. I sintomi sono estremamente variabili e cambiano nel tempo: possono compromettere l’equilibrio, la deambulazione, la vista, la sensibilità, gli aspetti cognitivi.
Lo dimostra uno studio internazionale, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Brain e coordinato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e dall’Università di Genova, in cui per la prima volta è stata identificata una combinazione di parametri che permette di valutare se possono insorgere a breve termine Parkinson o altre patologie collegate all’accumulo della proteina alfa-sinucleina (alfa-sinucleinopatie).
Condividere in modo strutturato dati clinici per migliorare la capacità di prevedere, prevenire e curare malattie come Alzheimer, Parkinson, SLA, sclerosi multipla e tumori cerebrali, riducendo il loro impatto sul sistema sanitario nazionale. Questo l’obiettivo del progetto NeuroArt P3, guidato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e co-finanziato dal Ministero della Salute e dalle Regioni dei centri partner.
Cicli ripetuti di un digiuno “modificato”, cioè di una dieta vegana ipocalorica, con pochi zuccheri e poche proteine, potrebbero migliorare la risposta alle cure ormonali e rallentare la progressione della malattia in pazienti con tumore al seno.